Codici Sorgenti

Codici Sorgenti è la mostra inaugurata a Catania, presso palazzo Platamone, il 17 dicembre 2015. La città da sempre considerata un hub fondamentale delle rotte nel Mediterraneo, viene celebrata tramite l’allestimento di una rassegna di 100 opere provenienti dalle maggiori collezioni internazionali di oltre 60 artisti da 14 Paesi.
La mostra ripercorre oltre trent’anni di street art, ad oggi il più grande movimento a livello globale che abbia visto luce nella storia dell’arte, e lo fa mediante l’analisi di nuovi codici semantici, estetici e stilistici che ridefiniscono la scena artistica urbana. La street art si diffonde proprio grazie al suo linguaggio popolare, diretto ed evocativo, potenzialmente accessibile a tutti e in grado di rispondere alla polarizzazione culturale contemporanea. In un’epoca in cui a prevalere è l’uniformità è infatti necessario agire per difendere il valore della diversità, innalzandola al rango di categoria di pensiero.
L’esposizione, divisa in tre sezioni, vanta la presenza di opere di alcuni dei maggiori esponenti della street art fra i quali leggende dei graffiti degli anni ’80 di New York come Rammellzee, Futura2000 o Dondi White, urbanisti come Vhils, Obey, Invader, 108, Swoon, Sten-lex, Moneyless che hanno aperto la strada alla street art come la conosciamo oggi ai recenti globalisti come Interesni Kazki, Alexis Diaz o Jaz. Tramite le loro opere, essi hanno esplorato eterogenei contesti espressivi, facendo emergere “codici sorgenti”, che vogliono costituire la base per un nuovo pensiero artistico in grado di contrastare l’imposizione di monoculture nate in seno all’economia globalizzata, generando così consapevolezza e nuova coscienza sociale.
Mediante la produzione dell’opera di Vhils, il più grande sguardo al mare che l’uomo abbia dipinto, il lungomare della città siciliana è stato oggetto inoltre di un’azione di rivitalizzazione che ha lasciato in eredità un murale maestoso raffigurante un uomo che ammira il mare. Non è importante chi sia quell’uomo, ciò che conta è la presa di coscienza dell’esistenza di un ponte tra le civiltà che può essere attraversato. Lo sguardo non a caso è rivolto a oriente, verso le terre che hanno dato i natali alla cultura della città siciliana.

* Promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo
Curata da Francesca Mezzano